
Harper & Giovanni

Il 22 Maggio 2020, giorno del 18* compleanno di E4, abbiamo lanciato il nostro nuovo sito. Con le nuove soluzioni, i contenuti riorganizzati, questo blog, uno stile che ci rappresenta e qualche “bonus” sparso qua e là..
Un paio di giorni più tardi ricevo una recensione che definirei peculiare ma onesta:

Ora sono passati più di 6 mesi, un tempo ragionevole per una prima valutazione. Spezzando la tensione del cliffhanger finale: no, non sono stato cacciato.. altrimenti, ça va sans dire, non avrei potuto scrivere questo articolo.
Nelle valutazioni fatte per creare quella pagina, la nostra pagina Team, e sull’opportunità o meno di concepirla in quel modo sono rientrati due elementi fondamentali, due ispirazioni molto diverse tra loro, sono rientrati Harper & Giovanni.

Partiamo da Giovanni.
O dall’importanza del metterci la faccia.
Lui è ovviamente Giovanni Rana, che da oltre trent’anni compare negli spot dei propri prodotti. Primo tra gli imprenditori a comprendere l’importanza del farsi conoscere e riconoscere dai propri clienti e consumatori.
In rete si trova ampia letteratura su quanti e quali benefici abbia portato al suo pastificio questa scelta controtendenza con la creazione di quella modalità comunicativa che in seguito è stata definita “umanizzazione in prima linea“
La creazione di un canale empatico con il proprio interlocutore è un elemento fondamentale per creare un rapporto di fiducia e continuativo. L’esporsi in prima linea sovverte il normale bilanciamento di una “nuova conoscenza”.
Se il punto di partenza è che io non conosco te e tu non conosci me ci troviamo in uno stato di equilibrio che spesso si trasforma in uno stallo asettico. Metterci la faccia invece spezza questo equilibrio ed in maniera inconscia viene percepito come un segnale positivo. “Questo sono io, ti dico il mio nome e ti mostro la mia faccia perché credo in quello che faccio ed ho buone intenzioni”.
Niente di più e niente di meno del cane che si sdraia sulla schiena esponendo il ventre per ricevere i grattini.
La scelta controtendenza di Giovanni ha cambiato le sorti della sua azienda e questo è successo nonostante il livello di fiducia a lui necessario fosse relativamente contenuto. Lo scoglio iniziale per comprare una confezione di tortellini è basso, ha un costo accessibile e nel caso proprio non mi piacciano li posso buttare senza subire una grossa perdita e la prossima volta cambierò marca.
Per il tipo di prodotto sarebbe stato più scontato puntare su programmi di fidelizzazione tradizionali per assicurarsi l’acquisto ricorrente. Ma lui ha capito che se viene stabilito il canale empatico diventa molto più difficile, quasi doloroso, rinunciare ai tortellini dello “zio” Giovanni.
Se questa modalità si è dimostrata vincente e cruciale per il successo di un prodotto a basso costo unitario, quanto può essere importante per dei prodotti e delle tecnologie che stravolgono positivamente il funzionamento ed i servizi IT di intere aziende?
Si! Decisamente dobbiamo metterci la faccia!

Perché dietro ad ogni azienda, dietro ad ogni ruolo più o meno di rilievo, dietro ad ogni progetto ci sono sempre persone ed il percepire una buona empatia al primo sguardo è fondamentale. E’ un elemento talmente radicato in noi da portarci a vedere facce umane anche dove non ci sono…
E Harper?
Harper ha a che fare con la “seconda” versione della pagina Team. I personaggi che si scoprono con il mouse over.
Harper è Harper Reed, o l’importanza di non prendersi troppo sul serio, ragazzo americano nato nel 1978 a cui è difficile trovare una definizione. Informatico, imprenditore seriale, innovatore, sicuramente personaggio unico e sopra le righe.
Per settare correttamente le aspettative, questo è ciò che compare nel suo sito web in merito al 1990, quando aveva 12 anni:


Mentre questa a fianco è la foto profilo attuale che compare su LinkedIn
Fermandosi qui la valutazione sarebbe quella di un personaggio bislacco che forse per sopperire ad altre carenze cerca visibilità con atteggiamenti inusuali. In fondo di strambi se ne vedono tanti..
Poi approfondendo la storia di Harper si scopre che qualcosa di notevole l’ha fatto, presentandolo nello stesso identico modo in cui ha dichiarato, da ragazzino, di non volersi prendere troppo sul serio:

Dietro a queste 7 parole si nasconde una storia avvincente, la storia del Project Narwhal e di come le tecnologie informatiche e l’innovazione siano state cruciali nel processo di rielezione di Obama per il secondo mandato.
In quel progetto c’è stato un concentrato di competenze e tecnologie che è difficile immaginare a pieno: data dredging, psicografia, analisi predittiva, comportamento di gregge, big data. L’esempio di come un gruppo di hipster nerd abbia avuto un impatto sulla storia.
Tra i pensieri e le citazioni di Harper che si possono trovare online ce n’è una che ritengo riassuma tutto il resto:
“The talent of a great bunch of humans
can transform an organization like nothing else.”
Mentre in un’altra intervista esponeva un concetto riassumibile in: devi essere un genio per permetterti di apparire come un idiota senza esserlo.
Con le dovute proporzioni, siamo molto bravi in quello che facciamo e ci possiamo togliere lo sfizio di essere seri senza essere seriosi. Di rimarcare che professionale non vuol dire ingessato.
In questi mesi quella pagina è diventata l’occasione per alleggerire l’atmosfera al termine di riunioni impegnative, interne o con clienti, generando inevitabilmente delle risate ed i conseguenti rilasci di endorfine. E’ diventata un utile strumento per i nuovi arrivi per conoscere meglio e più velocemente le altre risorse di E4. Persone che si conoscevano da anni in ambito lavorativo hanno scoperto passioni comuni fuori dall’ufficio.
E’ stata commentata, chiacchierata ed ha scalato le classifiche di traffico posizionandosi al secondo posto tra le pagine più visitate del nostro sito, dietro alla homepage.
Ha avuto anche risvolti imprevisti come candidature esplicite:

O proposte di partnership che nascono col “piede giusto”:

Quindi si, a distanza di 6 mesi, credo sia stata una buona scelta.
Divertente e proficua come sanno esserlo le cose che miscelano autoironia e autorevolezza.